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Comunicare in silenzio.

C’è un modo ricco ed allo stesso tempo povero per comunicare ciò che necessita di molte parole e che difficilmente riesce nel proprio intento.

La comunicazione è un modus esistenziale umano, infatti uno dei primi assiomi della comunicazione è proprio l’impossibilità di non comunicare, già il non voler comunicare è lanciare un messaggio agli altri.

Ma la comunicazione non è solo verbale, anzi la parte non verbale, assume sempre un peso maggiore nell’interazione tra gli individui.

Tutto questo per affermare che a fronte della difficoltà del narrare l’amore, una relazione umana fondamentale che lega esseri diversi tra di loro e che punta a creare un’unione nella differenza, c’è un modo immediato, semplice ma ricco di sfumature impressionanti e che parla in modo profondo, direi rumoroso.

E’ il bacio, l’abbraccio, la carezza sono quei gesti che comunicano, con una forza che le parole in questo contesto non riescono a creare.

Se le parole generano quel sentimento chiamato amore, sono però i gesti che lo rendono solido, visibile e chiaro agli occhi degli amanti.

Ecco allora l’importanza di saper leggere i gesti perché essi ci parlano e ci toccano nel più profondo dell’anima.

Filosofia Attiva

 

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Schopenhauer e la televisione……

MASSIMA N° 31

« Come guida delle proprie aspirazioni non si dovrebbero prendere immagini di fantasia, ma concetti. Per lo più accade il contrario. Specialmente in gioventù la meta della nostra felicità si fissa nella forma di poche immagini che poi spesso ci aleggiano dinanzi per tutta la vita, o per metà di essa, ma che in realtà sono fantasmi beffardi: infatti non appena le abbiamo raggiunte dileguano nel nulla e non mantengono nessuna delle cose che promettono. (…) E’ naturale che sia così: infatti ciò che è intuitivo, appunto perché è immediato, agisce sulla nostra volontà in modo più diretto del concetto, del pensiero astratto, che fornisce solo l’universale, non il détail, e ha solo una relazione indiretta con la volontà. Viceversa, il concetto mantiene la parola. Deve quindi guidarci e orientarci sempre, anche se ovviamente avrà ogni volta bisogno di essere illustrato e parafrasato con alcune immagini. » (A. Schopenhauer, L’arte di essere felici, Adelphi, Milano, 2010)

Una delle maggiori cause di infelicità della società moderna è racchiusa in questa analisi condotta da Schopenhauer sulla potenza dell’immagine. La società contemporanea è una società dominata dall’immagine, tutto è user-friendly ed in tal modo iconizzato, tutto è fatto per non pensare ma per agire e rapidamente, pensiamo ad esempio al desktop del nostro computer. Mi ricordo i primi computer che ho utilizzato, parliamo dei primi anni 80 e che costringevano l’utente ad un minimo di riflessione sui comandi da impartire in DOS. L’avvento delle icone, idea geniale di Steve Jobs, velocizzò la rivoluzione informatica permettendo l’accesso al mondo informatico di milioni di persone che non sapevano nulla di programmazione e di linguaggi informatici, in questo senso l’utilizzo dell’immagine ha avuto sicuramente un risultato positivo.

Come dice Schopenhauer i concetti a volte necessitano delle immagini per essere illustrati o parafrasati. Se quindi da un lato questo comporta un miglioramento delle prestazioni individuali ed un approccio a prova di cretino, dall’altro però peggiora le nostre capacità critiche e la vera libertà di scelta.

Ma a fronte di un uso positivo dell’immagine ne esistono altri utilizzi che stanno provocando nell’umanità una maggiore sofferenza rispetto al passato. L’ esposizione ad immagini ammalianti sospingono gli uomini più facilmente a desiderare e quindi a soffrire nel tentativo di una conquista quasi impossibile e di conseguenza nell’angoscia, provocata dal fatto di non poter possedere l’oggetto del proprio desiderio. Sto parlando della pubblicità che al servizio dell’industria propina attraverso i media un mondo di immagini che raccontano modelli di perfezione e di felicità: corpi maschili e femminili che sono eccezioni, divulgati come modelli di riferimento per l’umanità; famiglie felici con sempre il sorriso sulle labbra, in un dialogo edificante; vetture che realizzano i sogni di ogni uomo; luoghi di sogno che il paradiso terrestre era una discarica; profumi irresistibili a cui nessuno può dire di no; cibi dal sapore più raffinato degni della mensa degli dei.

 Modelli, modelli di perfezione e di felicità irraggiungibile che ci continuano a dire: “compraci ed anche tu sarai come loro, felice”.

Le immagini creano più facilmente i modelli nella mente delle persone perché colpiscono i centri dell’attenzione e del ricordo e la pubblicità sa come utilizzare questa incredibile arma per raggiungere i propri fini. Ma il raggiungimento di questi fini imprenditoriali ingenera un forte senso di disadattamento nell’uomo contemporaneo che non riesce ad adeguarsi a questi modelli di felicità, creando un senso di colpa che genera poi fenomeni di malattie psicosociali come l’anoressia, le varie dipendenze, la fragilità psicologica.

Esiste poi un altro uso di immagini che ha uno scopo politico-sociale-culturale. E’ un uso più raffinato ma non meno pericoloso per l’uomo contemporaneo. Già Benito Mussolini ed Adolf Hitler avevano utilizzato come strumento di seduzione la cinematografia, ai fini di promuovere il consenso sociale nei confronti dei loro regimi. Oggi al posto di dittatori abbiamo lobbies di potere forte che continuano utilizzare uno strumento, ancora più potente e pervasivo, per far passare i loro messaggi. Parlo della televisione, da anni oramai al centro della vita familiare, che con la sua innocuità è divenuto un poderoso strumento di alienazione delle coscienze. Se non ci fosse questo media pervasivo sarebbe molto difficile per certe lobbies far passare messaggi che son presenti in concetti nei libri da secoli, e che non son mai riusciti a passare ed oggi son divenuti normalità.

Prendo un esempio forte, premettendo che non sono contro l’omosessualità o la bisessualità e che il mio è un ragionamento volto solo ad illustrare il concetto. Nel giro di pochi anni, l’omosessualità e la bisessualità son riusciti a sfondare nella società, con forza, riuscendo a far riconoscere il loro diritto ad esistere come stato normale dell’esistere, come genere sessuale. Se questo è potuto accadere lo è stato proprio grazie all’uso intelligente di modelli perfetti e felici, pensiamo a Eva Robbins ad Amanda Lear ed ultimamente all’intelligente Vladimir Luxuria, che sono riusciti a sdoganare nella società borghese un nuovo modello di genere sessuale.

Ma penso anche ai modelli che la televisione sta propagando nelle generazioni più fragili: i giovani. La televisione con una serie infinita di programmi propone ai giovani dei modelli maschili e femminili le “veline” e  i “tronisti”, dove all’intelligenza si sostituisce il bene più precario che si possiede il proprio corpo.

In questo caso, l’interesse è indubbiamente quello di far assopire le coscienze, in modo che non vigilino, come già nella Roma imperiale era l’uso dei giochi circensi che distraeva la plebe dai veir problemi della quotidianità. Diventa allora importante, come diceva Schopenhauer, tornare ad una cultura dei concetti, all’uso della ragione critica, alla lettura, all’approfondimento, per non cadere nell’errore di credere che la felicità si possa raggiungere nel qui ed ora, nella nostra quotidianità. Diventa inoltre importante presidiare la comunicazione, chiedendo una correttezza almeno per la televisione pubblica dei contenuti che vengono trasmessi, non censura ma attenzione e contradditorio.

Non facciamoci prendere in giro dai “fantasmi beffardi” di cui il nostro autore ci parla.

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